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-

ASSAPORARE CIÒ CHE SIAMO

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Mt 28, 16-20

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesú aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesú, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo."

*****

Matteo conclude il suo vangelo nominando Gesú con lo stesso nome che gli aveva attribuito all'inizio del suo scritto, appellandosi al testo del profeta Isaia (7,14): "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele (che significa: "Dio con noi")" (Mt 1,23).

Per l'evangelista, Gesú è, dall'inizio alla fine, "Io sono con voi"  ("Emmanuele"). Probabilmente non avrebbe potuto trovare un'espressione che ispirasse maggiore fiducia.

Perché la profondità dell'espressione è infinitamente piú grande di quello che le parole possono esprimere. La mente -sempre inevitabilmente separatrice- intende anche questo "essere" in forma di separazione, per quanta intimità voglia mettere nella relazione. La realtà, invece, è differente. Non si tratta di una presenza che sia o cammini "accanto a noi", ma di essere la stessa cosa.

Quando ci è stato regalato di vivere un'esperienza strettamente non-duale in una relazione interpersonale, il contenuto di questa espressione ci risulta facile da cogliere. Senza negare le differenze apparenti, siamo uno e la stessa cosa, qualcosa di simile alle mie due mani che sanno di essere -e si vivono- come un solo e lo stesso corpo.

Il poeta Pablo Neruda lo canta in questo modo: "E da allora sono perché tu sei, / e da allora sei, sono e siamo, / e per amore sarò, sarai, saremo". Le parole non possono andare oltre; la mente neanche. Non si può fare altro che silenziare il pensiero ed entrare in connessione, in un modo non-mediato, con quella Realtà una che condividiamo con tutti gli esseri. E, essendo lí, ascoltare di nuovo le parole di Gesú: "Io sono con voi tutti i giorni".

Non voler cercare di processarle mentalmente, non tentare di "afferrare" il loro significato; permetti, semplicemente, che risuonino dentro di te, nel silenzio di ogni cosa, e consegnati interamente a quell'Abisso (Vuoto che è Pienezza) in cui queste ti introducono.

Senti come tutto si ferma; rimane solo Presenza, presenza condivisa, che è sempre in salvo e che è la fonte di ogni saggezza e di ogni azione.

Non voler cercare di capire niente, di fare niente, di concludere niente, di avanzare in niente... Solo: assapora -senza pensieri- ciò che lí ti si regala. Accontentati, semplicemente, di esserci, rimanerci, riposare... Nella certezza che tutto, assolutamente tutto il resto, "ti sarà dato in aggiunta" (Mt 6,33).

 

Enrique Martínez Lozano

www.enriquemartinezlozano.com

Traduzione: Teresa Albasini

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