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CREDERE È UN'ALTRA COSA

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Viviamo un tempo in cui l'unico modo di poter credere sul serio per molti, sarà sempre di più, imparare a credere in un modo diverso. Il gran convertito Henry Newman aveva già annunciato questa situazione nell'avvertire che una fede passiva, ereditata e non ripensata diventerebbe, fra le persone colte un'«indifferenza», e fra le persone semplici una «superstizione». È bene perciò ricordare qualche aspetto essenziale della fede.

La fede è sempre un'esperienza personale. Non basta credere quello che gli altri hanno predicato di Dio: ciascuno crede, in definitiva, quello che veramente crede nel fondo del cuore davanti a Dio, non quello che senti dire ad altri. Per credere in Dio bisogna passare da una fede passiva, infantile, ereditata, a una fede più responsabile e personale. Ecco la prima domanda che ci dobbiamo fare: Credo in Dio o in quelli che mi parlano di lui?

Nella fede non tutto è uguale. Bisogna differenziare l'essenziale dall'accessorio e, dopo venti secoli, ci sono tante cose accessorie nel nostro cristianesimo. La fede di quelli che confidano in Dio va aldilà delle parole, le discussioni teologiche e le norme ecclesiastiche. Quello che definisce un cristiano non è l'essere virtuoso o osservante, ma il vivere fidandosi di un Dio vicino dal quale si sente amato incondizionatamente. Ecco quale potrebbe essere la seconda domanda: Confido in Dio o rimango intrappolato nelle questioni secondarie?

Quello che è importante nella nostra fede non è affermare di credere in Dio, ma di sapere in quale Dio crediamo. Nulla è più decisivo dell'idea che ciascuno si fa di Dio. Se credo in un Dio autoritario e giustiziere alla fine dominerò e giudicherò tutti.

Se credo in un Dio che è amore e perdono, vivrò amando e perdonando. Ecco la domanda che ci dobbiamo fare: In quale Dio credo? In un Dio che risponde alle mie ambizioni e ai miei interessi o nel Dio vivo rivelatosi in Gesù?

La fede, tra l'altro, non è una sorta di «capitale» che riceviamo nel battesimo, disponibile per tutta la vita. La fede è un atteggiamento vivo che ci mantiene attenti a Dio, sempre aperti al suo mistero di vicinanza e amore verso ogni essere umano.

Maria è il migliore modello di questa fede viva e fiduciosa. La donna che sa ascoltare Dio nel fondo del cuore e vive aperta al suo disegno di salvezza. Sua cugina Elisabetta la elogia con queste parole memorabili: «Beata te, che hai creduto!». Beato anche tu se hai imparato a credere. È la cosa migliore che ti può accadere nella vita.

 

José Antonio Pagola

 Traduzione: Mercedes Cerezo

Publicado en www.gruposdejesus.com

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