NON LANZARE PIETRE
José Antonio PagolaIn tutte le società ci sono modelli di condotta che, esplicitamente o implicitamente, configurano l'atteggiamento delle persone. Sono modelli che determinano molto il nostro modo di pensare, attuare e vivere.
Pensiamo nell'ordinamento giuridico della nostra società. La convivenza sociale è regolata da una struttura sociale che dipende da una determinata concezione dell'essere umano. Per questa ragione, anche se la legge è giusta, la sua applicazione potrebbe essere ingiusta se non si tengono in conto ogni uomo e ogni donna nella sua situazione personale unica e irrepetibile.
Persino nella nostra società pluralista bisognerebbe arrivare a un consenso che faccia possibile la convivenza. Perciò si è configurato un ideale giuridico del cittadino, portatore di diritti e soggetto di obbligazioni. Ed è questo l'ideale giuridico, dove man mano s'impongono con forza di legge nella società.
Ma quest'ordinamento legale, certamente necessario per la convivenza sociale, non può arrivare a capire in modo adeguato la vita concreta di ogni persona nella sua intera complessità, la sua fragilità e il suo mistero.
La legge cercherà di trattare con giustizia ogni persona, ma difficilmente potrà trattarla in ogni situazione come un essere concreto che vide e patisce la propria esistenza in un modo unico e originale.
È comodo giudicare le persone a partire da criteri sicuri. Quanto è facile e ingiusto allo stesso tempo fare appello alla legge per condannare tante persone emarginate, incapaci d'integrarsi nella nostra società, secondo la «legge del cittadino ideale»: figli senza una vera casa, giovani delinquenti, vagabondi analfabeti tossico dipendente senza rimedio, ladri senza possibilità di lavoro, prostitute senza amore, sposi falliti nel loro amore matrimoniale...
Di fronte a tante condanne facili, Gesù ci invita a non condannare freddamente gli altri, con la fredda oggettività di una legge, ma a capirli a partire dalla nostra condotta personale. Prima di lanciare pietre contro nessuno, dobbiamo saper giudicare il nostro proprio peccato. Forse allora scopriremo che molte persone hanno bisogno non della condanna della legge, ma di qualcuno proto ad aiutare e a offrire una possibilità di riabilitazione. Quello di cui aveva bisogno la donna adultera non erano le pietre, ma una mano amica pronta ad aiutarla ad alzarsi. Gesù la capì.
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com