AMORE PER VITA
José Antonio PagolaDi fronte alle diverse tendenze distruttive che si possono rilevare nella società contemporanea (necrofilia), Erich Fromm ha fatto un insistente appello a sviluppare tutto quanto significa amore per la vita (biofilia), se non vogliamo cadere in quello che il noto scienziato chiama «sindrome della decadenza».
Sen dubbio dobbiamo stare molto attenti alle diverse forme di aggressività, violenza e distruzione che genera la società moderna. Più di un sociologo parla di autentica «cultura della violenza». Ci sono, però, altre forme più sottili e, perciò, più efficaci nella distruzione della crescita e della vita delle persone.
La meccanizzazione del lavoro, la massificazione dello stile di vita, la burocratizzazione della società, la cosificazione delle relazioni, sono fattori che fanno sì che le persone si sentano non essere vivi, ma pezze di un ingranaggio sociale.
Milioni d'individui vivono oggi in Occidente vite comode ma monotone, dove mancanza di senso e di prospettive può affogare qualsiasi progetto veramente umano.
Allora ci sono persone che finiscono per perdere il contatto con quanto è vivo. La loro vita si riempie de cose. Soltanto vibrano acquistando cose nuove. Funzionano secondo il programma dettato loro dalla società.
Altre cercano ogni sorta di stimoli. Hanno bisogno di lavorare, produrre, agitarsi e divertirsi. Devono sempre sperimentare emozioni nuove: qualcosa di eccitante che permetta loro di sentirsi vive.
Se c'è qualcosa che caratterizza la personalità di Gesù è il suo amore alla vita, la sua biofilia. I racconti evangelici ce lo presentano lottando contro tutto quello che blocca la vita, la mutila o la degrada. È sempre attento a quello che può aiutare la crescita delle persone. Va sempre seminando vita, salute, senso.
Lui stesso ci mostra il suo compito con espressioni tratte da Isaia «i ciechi riacquistano la vista», gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, «i sordi odono, i morti risuscitano», ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Beati veramente quelli che scoprono che essere credenti non significa odiare la vita, ma amarla, non vuol dire bloccare o mutilare il nostro essere, ma aprirlo alle sue migliori possibilità. Oggi, molte persone abbandonano la fede in Gesù Cristo prima di avere esperimentato la verità di queste sue parole: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Giovanni 10,10).
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com